Informazioni e risultati sulla laminoplastica nella mielopatia cervicale spondilogena e nelle stenosi cervicali multilivello
Autore: Nicola Montano M.D., Ph.D., Responsabile UOS Neurochirurgia funzionale, Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, Università Cattolica del Sacro Cuore
La compressione del midollo spinale a livello cervicale e la possibile comparsa di un quadro di sofferenza midollare (mielopatia) si realizza, in generale, in seguito alla comparsa di modificazioni degenerative croniche a carico dei dischi intervetebrali, delle faccette articolari, dei ligamenti longitudinali e dei ligamenti gialli. Tale condizione, chiamata mielopatia cervicale spondilogena, insieme alla ossificazione del ligamento longitudinale posteriore, rappresenta la causa più frequente di compressione midollare cervicale multilivello. Tipicamente tali patologie determinano un restringimento del canale cervicale ed una compressione del midollo spinale a più livelli.
La laminectomia open (cioè la rimozione degli elementi posteriori della colonna vertebrale) è stata la tecnica più utilizzata per decomprimere il midollo spinale in tali condizioni. Tuttavia, tale procedura può essere associata alla comparsa di cifosi cervicale e di un quadro di instabilità con necessità di eseguire una seconda chirurgia di stabilizzazione della colonna cervicale.
Le tecniche di laminoplastica si basano essenzialmente sul riposizionamento delle lamine in una sede più arretrata ottenendo un aumento del diametro del canale cervicale ed una decompressione multilivello del midollo spinale.
La figura evidenzia la tecnica di riposizionamento posteriore delle lamine mediante l'utilizzo di piccole placchette in titanio. In questo modo si ottiene un aumento delle dimensioni del canale vertebrale ed una efficace una decompressione midollare
In uno studio recentemente pubblicato (Montano et al., Medical Research Archives, 2016) abbiamo evidenziato come le tecniche di laminoplastica cervicale si siano dimostrate efficaci nella decompressione del midollo spinale e nell’arrestare la progressione della mielopatia con ottimi risultati clinici a distanza. Tali tecniche sono inoltre in grado di diminuire l’incidenza di deformità in cifosi nel post-operatorio e la necessità di ulteriori interventi di stabilizzazione con barre e viti rispetto alla laminectomia open nelle stenosi cervicali multilivello.
In generale, in presenza di sintomi e segni suggestivi di patologia cervicale, la risonanza magnetica e una valutazione neurochirurgica sono fondamentali per un corretto inquadramento diagnostico e la programmazione, a seconda dei casi, di esami neurofisiologici (elettromiografia, potenziali evocati) al fine di stabilire il corretto percorso terapeutico e la tecnica chirurgica più appropriata.
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