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La nevralgia trigeminale: terapia chirurgica mini-invasiva

La terapia chirurgica mini-invasiva della nevralgia trigeminale: breve descrizione della tecnica e dei risultati


Autore: Nicola Montano M.D., Ph.D., Responsabile UOS Neurochirurgia funzionale, Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, Università Cattolica del Sacro Cuore

La nevralgia trigeminale è la tipologia più frequente di dolore facciale con una incidenza compresa tra 12,6 casi/100.000/anno e 27 casi/100.000/anno. In pazienti affetti da sclerosi multipla, la prevalenza risulta essere anche maggiore, variando dall’1% al 6,3%.

È esperienza comune dei pazienti che la nevralgia trigeminale possa essere molto difficile da trattare con la terapia medica. Molto spesso il dosaggio dei farmaci deve essere aumentato ed il paziente può lamentare effetti collaterali. Inoltre, a volte, non si riesce ad ottenere un controllo della sintomatologia dolorosa, pur utilizzando più farmaci ad alto dosaggio.

Per tale motivo, vengono comunemente effettuati numerosi interventi chirurgici per il trattamento della nevralgia trigeminale, quali la decompressione microvascolare, le tecniche percutanee e la radiochirurgia.

In questo articolo ci occupiamo di una tecnica percutanea chiamata microcompressione del ganglio di Gasser. Questa tecnica mini-invasiva, prevede, attraverso una breve anestesia generale, l’introduzione per via percutanea, di un catetere, che alla sua estremità ha un palloncino che viene gonfiato (per una durata variabile di alcuni minuti) con lo scopo di ottenere una compressione del ganglio di Gasser in modo tale da interferire con la trasmissione del dolore trigeminale.

In figura è illustrata la tecnica di esecuzione della microcompressione percutanea del ganglio di Gasser.

Con questa tecnica si ottiene una risposta immediata in circa l’80-90% dei pazienti con un periodo medio libero da dolore di circa 2 anni. E' possibile che dopo questa procedura la nevralgia trigeminale possa recidivare. Tuttavia, qualora non si dovesse riuscire a controllare la sintomatologia con i farmaci, il vantaggio di questa tecnica è che può essere ripetuta. Tale procedura si è dimostrata efficace anche in pazienti con nevralgia trigeminale e sclerosi multipla ed in pazienti che erano stati sottoposti precedentemente ad altre procedura chirurgiche.

Pertanto, in casi di mancato controllo della sintomatologia dolorosa con i farmaci, può essere opportuno consultare un neurochirurgo che, in base alla storia clinica del paziente, gli esami neuroradiologici ed i fattori di rischio associati, possa stabilire l’eventuale indicazione ad intervento chirurgico e vagliare insieme al paziente, in base ai rischi e benefici di ogni tecnica, quale sia la procedura chirurgica più indicata.




Articolo tratto da:

Montano N et al. Possible Prognostic Role of Magnetic Resonance Imaging Findings in Patients with Trigeminal Neuralgia and Multiple Sclerosis Who Underwent Percutaneous Balloon Compression: Report of Our Series and Literature Review. World Neurosurg. 2019 Feb 1;. doi: 10.1016/j.wneu.2019.01.134.

Montano N et al. Advances in diagnosis and treatment of trigeminal neuralgia. Therapeutics and Clinical Risk Management 2015, 11:289-299

Montano N et al. The role of percutaneous balloon compression in the treatment of trigeminal neuralgia recurring after other surgical procedures. Acta Neurologica Belgica 2014, 114:59-64

Montano N et al. What is the best treatment of drug-resistant trigeminal neuralgia in patients affected by multiple sclerosis? A literature analysis of surgical procedures. Clinical Neurology and Neurosurgery 2013, 115: 567-572

Montano N et al. Percutaneous balloon compression for the treatment of trigeminal neuralgia in patients with multiple sclerosis. Analysis of the potentially prognostic factors. Acta Neurochirurgica (Wien) 2012, 154: 779-783

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