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La decompressione microvascolare nell'emispasmo facciale


Indicazioni e risultati della decompressione microvascolare nell'emispasmo facciale


Autore: Nicola Montano M.D., Ph.D., Responsabile UOS Neurochirurgia funzionale, Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, Università Cattolica del Sacro Cuore


L'emispasmo facciale è una patologia rara la cui prevalenza è stimata in circa 11 casi ogni 100.000 persone.


La sua insorgenza è, in genere, nell’età adulta. Si caratterizza per la presenza di periodi più o meno prolungati di spasmi facciali in una metà del volto alternati a periodi di benessere, nei quali la funzione facciale (la mimica facciale ed i movimenti volontari della faccia) è conservata. Si sviluppa principalmente a partire dalla muscolatura dell’occhio per poi estendersi dopo alcuni anni alla muscolatura del viso e coinvolgere anche il platisma. Ci sono delle forme atipiche a partenza dalla muscolatura buccale.


La patogenesi di tale condizione, come per la nevralgia del trigemino, è in genere legata alla presenza di un conflitto neurovascolare tra un'arteria ed il nervo facciale a livello dell'angolo ponto-cerebellare. La compressione da parte dell'arteria causa una demielinizzazione del nervo che porta allo sviluppo della sindrome irritativa.


In genere il conflitto si realizza tra il nervo facciale e, a seconda dei casi, l’arteria basilare, l'arteria vertebrale, l’arteria cerebellare antero-inferiore o l’arteria cerebellare postero-inferiore.



La figura evidenzia la complessa anatomia dell'angolo-ponto cerebellare e alcune delle possibili cause di conflitto neurovascolare con il nervo facciale come l'arteria basilare e l'arteria cerebellare antero-inferiore



La metodica di scelta per evidenziare il conflitto neurovascolare è sicuramente la risonanza magnetica cerebrale (sequenze FIESTA e Angio-RM) che permette di studiare l'anatomia dell'angolo-ponto cerebellare ed i rapporti anatomici che intercorrono tra le diverse strutture.


La terapia iniziale dell'emispasmo facciale è farmacologica con farmaci antiepilettici (come ad esempio la carbamazepina) oppure iniezione di tossina botulinica a livello dei muscoli coinvolti. Tuttavia dopo tali terapie la sintomatologia recidiva in una percentuale significativa di pazienti.


La decompressione microvascolare è l'unica terapia eziologica dell'emispasmo facciale e può essere curativa in una percentuale molto alta di pazienti (85-90%) in quanto rimuove il conflitto neurovascolare eliminando quindi la causa dell'emispasmo facciale.



La figura evidenzia la procedura chirurgica per il trattamento dell'emispasmo facciale. La risoluzione del conflitto si realizza mediante un intervento chiamato decompressione microvascolare in cui si interpone del materiale (nel caso della figura è il teflon) tra l'arteria ed il nervo facciale con conseguente decompressione del nervo.



La decompressione microvascolare del nervo facciale è eseguita dal nostro gruppo con l'ausilio del monitoraggio neurofisiologico intraoperatorio avanzato che permette di monitorare la risoluzione di alcune risposte neurofisiologiche patologiche presenti nei pazienti affetti da emispasmo facciale (lateral spread responses). Una recente meta-analisi pubblicata dal nostro gruppo ha permesso di evidenziare come un intervento precoce e la scomparsa delle lateral spread responses dopo l'intervento siano associati ad un ottimo outcome a lungo termine.





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